giovedì 22 marzo 2012

INDIFFERENZA


SONO SOLO RAGAZZINI....O NO?

Una normale mattina di qualche giorno fa a meno di cinque metri da uno dei tanti check point sparsi per la città, che impediscono il libero movimento ai soli palestinesi, assisto a questa scena: quattro ragazzini coloni, il più grande avrà avuto non più di 13 anni, incontrano lungo il loro cammino un bambino palestinese di circa 8 anni di età. Alla scena assistono, oltre ai militari oziosi al check point, un signore palestinese di circa 60 anni di età con sua moglie e io.
I quattro coloni si avvicinano al bambino palestinese ed iniziano prima ad urlare qualcosa, poi qualche spinta, e poi uno dei quattro cerca di dare un pugno al bambino che per fortuna riesce a parare con il braccio.
Io mi precipito correndo e urlando di smettere e i ragazzini, vedendomi arrivare si allontanano con tutta calma ridendo. La prima cosa che faccio, insulto i militari, in italiano, chiedendo loro, in inglese, come mai non fossero intervenuti per fermare l'aggressione. Loro non mi degnano neanche di una risposta, limitandosi a guardarmi con aria stanca e interrogativa. Mi avvicina il signore palestinese e, vedendo che sono straniero mi dice: “hai visto? Hai visto cosa succede ai palestinesi? Non si può camminare tranquillamente per strada e non possiamo difenderci, perchè se tocchiamo un colono finiamo subito in carcere”. Poi si allontana...
Io allora mi avvicino al bambino e gli chiedo se va tutto bene. Lui mi risponde in malo modo: “no!” e continua per la sua strada.
Certo che no, che domanda stupida faccio? Certo che non va tutto bene, niente va bene, è tutto sbagliato, perchè quello che ho visto non era una “normale” zuffa fra ragazzini magari per una spinta o uno sgambetto durante una partita di calcio fra amici nel cortile di casa, era una violenza gratuita e vile fatta da dei bambini viziati che sanno che tutto gli è permesso e che nessuno li può toccare.
Ma più di tutto mi ha colpito lo sguardo e la risposta del bambino palestinese di soli 8 anni, mi ha fatto riflettere, mi ha costretto a pormi delle domande: “posso veramente aiutare questa gente con la mia presenza qui?”
Io non riuscirò mai a capire i palestinesi, perchè non so cosa vuol dire passare un'infanzia piena di ingiustizie da ingoiare in silenzio, non so cosa vuol dire andare tutti i giorni a scuola con la paura di essere picchiati, o tornare a casa con il terrore di non ritrovare più il padre o i fratelli incarcerati senza neanche sapere il perchè, non so cosa vuol dire svegliarsi di notte con i militari in casa che ti puntano contro un mitra, non so cosa vuol dire ritrovarsi con tutti i denti rotti per aver preso un calcio di fucile in bocca.
E se non riesco a capire una persona, a sapere cosa prova, come vive, quali sono i suoi sentimenti, come posso aiutarla?
Voi accettereste l'aiuto di un estraneo, che non vi conosce, che non sa niente di voi, che fra qualche giorno torna al suo paese e che non rivedrete mai più, che oggi c'è e forse vi ha salvato da un'aggressione violenta, ma in tanti anni di violenza e soprusi non c'è mai stato?
Ecco perchè quel bambino mi ha risposto con quel “no!” secco, sgarbato, quasi arrabbiato con me vedendomi come un estraneo che niente ha a che fare con la sua vita.
Ed io sono rimasto li come uno scemo sulla strada, deluso, amareggiato, arrabbiato, impotente, mentre il bambino ha ripreso il suo cammino verso casa, ancora più consapevole del fatto che dovrà affrontare tutte le ingiustizie che la vita gli presenterà, da solo, senza l'aiuto di nessuno.
Adesso immaginate i quattro ragazzini come lo stato di Israele, il bambino come il popolo palestinese, e i militari come l'opinione pubblica internazionale; cosa cambia? Niente!
Per troppo tempo ormai l'occidente ha fatto finta di non vedere cosa sta succedendo a questo popolo.
Per troppo tempo i palestinesi sono stati lasciati soli.
Questa è la colpa più grave dei paesi occidentali e di tutti noi: l'indifferenza.


THEY ARE JUST TEENAGERS .... OR NOT?

Few days ago, in a normal morning, at less than five meters from one of the many checkpoints spread about the city, preventing freedom of movement only to Palestinians, I witnessed this scene: four teenagers settlers, the oldest was no more than 13 years old, encounter a Palestinian boy about 8 years old along their path. Witnesses of the scene, in addition to me and the idle soldiers at the checkpoint, a Palestinian man about 60 years old with his wife.
The Jewish boys approach the Palestinian child starting to yell something, then some pushing, and then one of the four tries to give the child a punch, but fortunately he was able to block with his arm.
I rush running and screaming to the teenagers to stop harassment, and they went away calmly and laughing. First of all I insult, in Italian, the soldiers asking them, in English, why didn't they intervene to stop the aggression. They don't consider me, merely looking at me like they are in another world. The Palestinian man approach me, seeing that I am a stranger says, "have you seen? Have you seen what happens to the Palestinians? We can't walk peacefully on the street and we can't defend ourselves, because if we touch a settler we are arrested immediately". Then he walks away …
So I walk up to the child and ask him if everything it's ok. He get smart me “no!” and makes his own way.
Of course “no”, what kind of stupid question I did! Obviously not all is well, nothing goes well, it's all wrong, because what I saw it was not a "normal" fight between kids, maybe because a push or a trip during a football match with friends in the backyard, it was a gratuitous and cowardly violence ​​of spoiled children who know that everything is allowed and that no one can touch them.
But most of all I was struck with the look and the answer of the only 8 years old Palestinian boy,he made ​​me think, he forced me to think: "can I really help these people with my presence here?”
I'll never understand the Palestinians, because I do not know what it means to spend a childhood full of injustices to swallow silently, I do not know what it means going to school every day with the fear of being beaten, or going home with the terror of not finding the father or the brothers jailed without know why, I do not know what it means waking up at night with the soldiers pointing a machine gun at you,I do not know what it means to have all the teeth broken by a rifle butt on the mouth.
And if I can't understand a person, to know what he feels, how he lives, what's his feelings, how can I help him?
Would you accept help from a foreign who does not know you, who knows nothing of you, that in a few days he will go back to his country and that you probably will review no more, that today he is here, and perhaps saves you from a violent attack, but in many years of violence and abuse he never was there?
That's why the child answered me with that rude "no!",almost angry with me, seeing me as an foreign who has nothing to do with his life.
And I stayed there like an idiot on the road, disappointed, sad, angry, powerless, while the child continued his way home, more aware that he will face all the injustices that life will present itself, without anyone's help.
Now imagine the four teenagers like Israel, the child like Palestinian people, and the soldiers like the international public opinion; what changes? Nothing!
For too long Western countries has been pretending not to see what's happening to this people.
For too long the Palestinians have been left alone.
The most serious fault of Western countries and of all of us is the indifference.

1 commento:

  1. li israeliani hanno avvelenato anche i bambini, che schifo, mi fanno davvero schifo sono feccia,

    detto questo ogni tanto ci sta ancora qualche eccezzione in quel pattume, qualche obiezione di coscienza: http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2012/03/26/visualizza_new.html_156872233.html
    e "solo" il 60% sono degli emeriti stronzi: http://affaritaliani.libero.it/politica/israele-il-60-vuole-la-guerra-con-l-iran260312.html pensavo molto di più

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